Psiconcologia
La malattia oncologica ha un impatto molto profondo sulla vita del paziente e sul suo contesto familiare.
L’individuo è chiamato a confrontarsi a più livelli con cambiamenti fisici e psicologici molto profondi.
L’esperienza del dolore, le cure cicliche e protratte nel tempo ed i loro effetti sul corpo richiedono un grande sforzo di accettazione e di adattamento.
Oltre al senso di grave minaccia per la propria salute e per l’integrità fisica il paziente sperimenta spesso vissuti di grande vulnerabilità e di impotenza insieme a sensazioni di essere fuori controllo e senza speranza.
I familiari più stretti sono esposti di conseguenza ad alti livelli di sofferenza oscillando spesso fra atteggiamenti di iperprotezione nei confronti del proprio caro ad altri connotati dal rifiuto dei cambiamenti fisici ed emotivi causati dalla malattia.
Un passaggio delicato è rappresentato poi dalla scelta di informare o meno parenti ed amici, se si hanno figli soprattutto se molto piccoli ci si interroga sull’opportunità di cosa dire loro sulla modalità e sulla tempistica, occorre sempre tener presente che i bambini percepiscono gli stati d’animo degli adulti è importante quindi non sottovalutare la necessità di parlare con loro rispettandone i tempi di maturazione cognitiva ed emotiva.
Tutti questi complessi aspetti correlati alla malattia se non vengono tempestivamente ed adeguatamente trattati possono esporre il paziente e la sua famiglia a sperimentare un alto grado di sofferenza emotiva predisponendoli al rischio di sviluppare a breve o a lungo termine disturbi psicologici di diversa intensità come ansia, depressione, disturbi del sonno, ecc.
Molto spesso si manifesta pertanto la necessità di un intervento psicologico a più livelli in diversi contesti terapeutici: uno individuale per garantire al paziente uno spazio di ascolto in cui poter esprimere liberamente le emozioni ed i timori legati alla malattia, uno di coppia per recuperare un’intimità spesso compromessa dai cambiamenti fisici ed emotivi infine uno dedicato a tutto il nucleo famigliare in cui poter offrire a ciascun membro l’opportunità di condividere con gli altri le preoccupazioni collegate allo stato di salute del familiare malato.
